Diciamo la verità: i risvegli notturni dei bambini sono fonte di stress per tutti. Quando abbiamo dei figli molto piccoli, il nostro più grande desiderio è di riuscire almeno una volta a fare un sonno ininterrotto, senza svegliarsi di notte ad accudirli.
Per alcuni genitori i continui risvegli notturni dei bambini sono una vera e propria preoccupazione, che genera mille dubbi: “Come mai mio figlio si sveglia? Non starà bene? Sbaglierò io qualcosa? Altri invece si domandano se questa situazione avrà mai fine: “Fino a quando continuerà a svegliarsi di notte? Smetterà mai?”.
Ecco, questo articolo vuole dare ai genitori tutte le risposte che cercano.
Sommario
Il sonno di neonati e lattanti
Per capire come mai neonati, lattanti e bambini si svegliano di notte prima di tutto bisogna comprendere come funziona il loro sonno.
Il sonno neonatale (cioè fino alla dodicesima/sedicesima settimana di vita) è esclusivamente profondo, con fasi REM e fasi non-REM. A partire dal quarto mese si verifica un cambiamento, la cosiddetta “regressione del sonno”. In realtà questa espressione è un po’ fuorviante perché nostro figlio non regredisce ma si sviluppa e, di conseguenza, anche il suo dormire cambia: a cicli di sonno profondo si alternano, infatti, cicli di sonno più leggero. Ed è proprio nei momenti di sonno leggero che si verificano i tanto temuti risvegli notturni.
I risvegli notturni non sono un’esclusiva dei bambini
Svegliarsi durante la notte non è, però, una cosa che succede soltanto ai nostri figli. Anche a noi adulti capita di svegliarci almeno un paio di volte per notte e in alcuni casi ce ne rendiamo conto, in altri no. Che differenza c’è tra noi e i nostri figli? Quando noi ci svegliamo, apriamo gli occhi, “controlliamo” che tutto sia tranquillo e risprofondiamo nel mondo dei sogni. Alcuni lattanti e bambini quando aprono gli occhi in fase di sonno leggero si svegliano, invece, del tutto, nel senso che si rendono conto di essersi svegliati e, quindi, devono fare lo sforzo di riaddormentarsi. Questo può avvenire anche ogni 45/60 minuti.
Risvegli notturni diversi a seconda dell’indole
Ed è qui che le cose si possono complicare. Se, dopo essersi svegliati, alcuni lattanti e bambini si riaddormentano con facilità anche in autonomia (quindi senza richiedere l’aiuto di mamma e papà), per altri è molto più difficile farlo da soli. Questo perché conoscono un solo modo per rilassarsi e addormentarsi che prevede l’aiuto esterno (il ciuccio, il seno, l’essere cullati o presi in braccio…). E così lo reclamano anche di notte attraverso lamenti o un vero e proprio pianto. E questo può succedere anche più di una volta.
I continui risvegli notturni dipendono, quindi, dalla capacità di rilassarsi di vostro figlio e anche dalla sua indole.
Risvegli notturni: fino a quando si verificano?
Naturalmente, sempre in base all’indole, alcuni bambini smetteranno di svegliarsi di notte e di chiedere aiuto prima di altri. Per rispondere con sincerità alla domanda “fino a quando mio figlio avrà dei risvegli notturni?” bisognerebbe, quindi, dire “dipende”. In realtà i risvegli potrebbero continuare a verificarsi, ma nel tempo cambia il loro modo di affrontarli. A seconda del carattere di ogni bambino, però, alcuni riusciranno a dormire e a riaddormentarsi senza dover chiamare i genitori fin da molto piccoli e altri più tardi fino oltre i 3 o 7 anni.
Cosa fare quando i figli si svegliano di notte?
Certo, non possiamo aspettare che i nostri figli diventino così grandi per tornare a dormire una notte intera! Ecco alcuni suggerimenti per far riaddormentare i nostri bambini dopo un risveglio notturno:
- Utilizzare lo stesso metodo che si usa per l’addormentamento serale. Spesso introdurre nuove modalità per riaddormentarli durante la notte non fa che aumentare confusione e prolungare i risvegli
- Non fare troppo insieme, una sola cosa alla volta: troppi stimoli potrebbero essere eccitanti (ad esempio, se lo cullate, non cantate; se camminate, non saltellate)
- Tenere la luce spenta il più possibile e accendetela solo se vi serve (ad esempio per il cambio del pannolino). In questo caso è meglio usare una lucina calda o tendente al rosso.
- Parlare poco e piano: avete mai provato ad addormentarvi con qualcuno che vi parla accanto?
- Mostrarsi sereni e rilassati: non possiamo chiedere ai nostri bimbi di rilassarsi se non lo siamo prima di tutto noi.
- Se abbiamo la sensazione di peggiorare la situazione quando interveniamo è probabile che li stiamo infastidendo. Conviene, quindi, provare ad attendere un pochino e vedere se riescono a riaddormentarsi da soli.
Notte dopo notte, i nostri figli impareranno a riconoscere la loro stanchezza, a lasciarsi andare al sonno, a riaddormentarsi in autonomia e noi recupereremo il sonno perduto!