Chi ci è passato lo sa: le notti insonni sono una delle cose che più di altre mette a dura prova i neogenitori. Quando si ha un neonato, la mancanza di sonno è un problema, anzi, in molti casi, è il Problema. E spesso le notti insonni o interrotte proseguono anche più avanti, man mano che il neonato cresce e diventa bambino.
Proprio perché si tratta di una situazione piuttosto comune, a volte si tende a sottovalutare le conseguenze della privazione del sonno. Anche perché ci sono persone che pur dormendo pochissimo stanno bene. Per altre però non è così e la mancanza di sonno può rappresentare una grande difficoltà. Per questa ragione ho deciso di diventare consulente del sonno. Lasciate che vi dia alcuni consigli per sopravvivere a un figlio che non dorme.
Sommario
Mancanza di sonno: gli effetti collaterali
Per via dei suoi frequenti risvegli notturni, quando si ha un neonato gli uomini perdono in media 13 minuti di sonno a notte, mentre le donne rinunciano a oltre un’ora di sonno ogni notte. A causa della privazione del sonno, 1 donna su 5 che soffre di depressione post partum sperimenta sintomi ancora peggiori.
Studi scientifici dimostrano, infatti, che la mancanza di sonno può avere diversi effetti collaterali:
- Irritabilità, rabbia e collera
- Livelli più alti di stress
- Aumento dell’ansia
- Difficoltà a regolare le emozioni
- Depressione
- Incidenti e infortuni dovuti a tempi di reazione più lenti
- Riduzione della capacità di affrontare i problemi
Mancanza di sonno e stanchezza
Avere dei sintomi per la mancanza di sonno e sentirsi esausti quando non si dorme a sufficienza è, quindi, assolutamente normale e comprensibile. I neonati dormono circa 18 ore su 24 ma il loro sonno è interrotto da continui risvegli e frammentato in tante piccole dormite di circa 30/45 minuti. Quando si diventa adulti, invece, il nostro sonno è di circa 7/8 ore ed è monofasico, cioè non frammentato (a tutti capita di svegliarsi qualche volta durante la notte ma queste interruzioni durano pochi attimi e il più delle volte non ce ne rendiamo nemmeno conto o non ce ne ricordiamo).
Con l’arrivo di un neonato, quindi, mentre alcuni neogenitori si abitueranno in fretta a svegliarsi più volte durante la notte, per altri sarà, invece, più faticoso non dormire in maniera continuativa e gli effetti della mancanza di sonno si faranno sentire. Per loro, se dopo 2 o 3 mesi questa situazione non dovesse migliorare, potrebbe essere molto difficile affrontare le giornate ma anche il nuovo ruolo genitoriale.
Mancanza di sonno: i “rimedi” possibili
Come si può affrontare questa situazione? Ci sono dei possibili “rimedi” alla mancanza di sonno? Più che di rimedi parlerei di di azioni che possiamo compiere per fare in modo di riposare più a lungo:
- Lasciarsi aiutare: molti genitori, in particolare le mamme, non accettano l’idea di aver bisogno di un aiuto esterno. Non c’è, invece, nulla di male ad ammettere che si arriva fino a un certo punto ma oltre non si riesce ad andare. Concedersi qualche momento di stacco non può che far bene. Di notte è bene che i genitori si alternino nell’accudire il piccolo oppure, in caso di famiglie con un solo genitore, che il papà o la mamma abbiano una persona su cui contare che sia un familiare, una baby sitter, una consulente del sonno. Per crescere un bambino serve, effettivamente, un villaggio.
- Non guardare il cellulare di notte mentre si allatta il piccolo: la luce blu del telefono “accende” il nostro cervello e rende più faticoso riaddormentarsi.
- Accendere una luce calda o tendente al rosso dall’effetto rilassante durante l’allattamento o i cambi notturni.
- Invogliare il piccolo a dormire il più possibile attraverso uno spazio del sonno ideale, ritmi adeguati, una routine serale che lo faccia addormentare in serenità.
- Accompagnarlo verso l’addormentamento autonomo, rivolgendovi a una consulente del sonno
Infine, sfatiamo una leggenda: il consiglio “Dormi quando dorme tuo figlio” è vero ma fa tremendamente innervosire. Anche perché stiamo parlando di dormire di fila in media tre quarti d’ora, quindi per un adulto è ben poca cosa. Anche se proviamo sulla nostra pelle la mancanza di sonno sentendoci esausti, dobbiamo ricordare che riposare non vuol dire soltanto dormire: riposare è anche stare con gli amici, uscire di casa, distrarsi leggendo, guardando o facendo qualcosa che piace. Riposare è anche ridere.
E se non avete un partner, familiare o un amico che possa aiutarvi a ritrovare il sonno (e il sorriso), potete rivolgervi a me.