Una delle situazioni che mette più in difficoltà i neogenitori è il pianto di un neonato. Quando il proprio figlio piange è facile farsi prendere dalle preoccupazioni, sentirsi responsabili e non ritenersi capaci di risolvere i suoi problemi. Già, perché è normale pensare che il neonato pianga per qualche problema. In realtà, il pianto di un neonato è il suo mezzo di comunicazione, è il modo in cui può dirci quasi tutto, anche che qualcosa non va.
Sommario
Il pianto del neonato è un modo per comunicare
I neonati non hanno molti modi a loro disposizione per esprimere un disagio, perché non hanno ancora la facoltà di esprimersi a parole e, nelle prime settimane, non è nemmeno facile interpretare le loro espressioni. Per comunicare con noi e farci comprendere che vogliono qualcosa e/o stanno provando un disagio, i neonati ricorrono al pianto.
Il pianto è un modo per farci sapere che:
- stanno provando un fastidio fisico (sentono troppo freddo o troppo caldo, hanno il pannolino sporco…)
- hanno un bisogno fisico (hanno fame, sete, sonno, stitichezza…)
- si sono spaventati
- c’è qualcosa che non gli piace (dalle condizioni dell’ambiente al tessuto della tutina, al fatto di stare in una determinata posizione… Possono essere davvero molte le cose che non un neonato non ama)
- hanno un malessere fisico
- si sono svegliati a causa del riflesso di Moro e hanno ancora sonno
È assolutamente normale, quindi, per un neonato piangere, così come è assolutamente normale per i neogenitori associare il pianto inconsolabile di un neonato a un dolore o a una malattia. Ma ci possono essere anche molte cause più comuni, frequenti e di semplice soluzione. La cosa importante è riconoscere il pianto di un neonato e sapere come calmarlo.
Riconoscere il pianto di un neonato
Per comprendere perché il proprio piccolo piange, il mio suggerimento è di mettersi in ascolto e concedersi il tempo per imparare a riconoscere il pianto del neonato. In genere, esistono pianti più di sofferenza e disagio (come per il pannolino sporco) e pianti più acuti – che possono arrivare anche agli strilli – legati più a un bisogno (fame e sonno).
Senza dimenticare, però, che il pianto di un neonato dipende anche dalla sua indole: provando un piccolo disagio, alcuni piccoli si lamentano appena, altri piangono disperati. Pian piano imparerete a conoscere la personalità del vostro piccolo e capirete il suo pianto a seconda delle circostanze.
Come distinguere il pianto della fame da quello per sonno
ll modo migliore per distinguere il pianto della fame da quello del sonno è osservare il ritmo sonno/veglia e proporre la poppata quando il neonato è sveglio da poco. Se gli proponiamo il latte per addormentarlo, si corre il rischio che si lasci andare al sonno prima di aver finito di mangiare e che si svegli spesso proprio perché ha fame. Se, invece, separiamo bene l’addormentamento e le poppate, possiamo capire con più facilità se il suo è un pianto per fame o per sonno.
Come calmare il pianto di un neonato
Una volta compresa la ragione del pianto del vostro piccolo, “rispondete” a seconda della sua necessità, tenendo sempre presente che il pianto è assolutamente normale e sano in un neonato.
Nel caso del pianto da sonno, in particolare, il mio consiglio è di provare a proporre il sonno prima che il pianto inconsolabile si trasformi in strilli: se si arriva a questo punto, infatti, vuol dire che il piccolo ha un grande bisogno di dormire, che è davvero molto stanco e, paradossalmente, che potrebbe fare più fatica a lasciarsi andare al sonno e ad addormentarsi.
Pianto del neonato: quando preoccuparsi
In alcuni casi può verificarsi che sia abbia l’impressione che il piccolo pianga ininterrottamente, a qualsiasi ora del giorno e della notte e che non si riesca ad attribuire questa sua reazione a un motivo particolare. Inoltre, se il pianto disperato del neonato è accompagnato anche da altri segnali, come un rallentamento nella crescita, i pannolini non sporchi o la febbre, potrebbe dipendere da un malessere fisico. In situazioni simili, il mio suggerimento è, naturalmente, di interpellare il vostro pediatra.