Sulla cura dei neonati, ci sono spesso alcune convinzioni diffuse. Una di queste vuole che ad occuparsi dell’addormentamento dei piccoli sia per lo più la mamma. Invece, il ruolo del papà è importante anche in questo momento della giornata. Anzi, può essere un’occasione speciale per sviluppare il legame tra padre e figlio, riconoscere pari importanza a entrambi i genitori, alleviare il “carico” materno e ridurre le tensioni all’interno della coppia. Approfondiamo insieme, quindi, il tema della nanna con papà.
Sommario
I “miti da sfatare” sul ruolo del papà
Secondo un’idea parecchio diffusa, le mamme sarebbero più “adatte” ad occuparsi del delicato momento della nanna di neonati e bambini. Questa convinzione nasce dal fatto che spesso l’addormentamento serale dei piccoli avviene attraverso l’allattamento al seno e, di conseguenza, è “naturale” che sia esclusivamente la mamma ad occuparsi del sonno del piccolo anche durante il resto della notte.
I papà vengono ritenuti più “idonei” ad occuparsi di altri compiti, in particolare di quello del gioco. In base a questo, si pensa che affidare a loro il momento della nanna serale possa “attivare” i piccoli anziché rilassarli e rendere, quindi, più difficile e lunga la fase di addormentamento.
Non solo: spesso sono le stesse mamme a non voler “delegare” questo compito. Tra alcune neomamme c’è infatti la convinzione di non essere sufficientemente brave se non ci si occupa del piccolo anche durante la notte, che la “sofferenza” per i risvegli del bebè siano una loro esclusiva e che sia giusto far riposare di più i papà, dato che il giorno dopo dovranno andare al lavoro (senza tener conto che anche occuparsi di un bebè giorno e notte è un vero e proprio lavoro).
Ma le cose stanno davvero così?
Papà e neonato, compagni (anche) di nanna
Con l’arrivo di un piccolo, si diventa genitori. Ma, mentre si ha l’impressione che le donne riescano a “calarsi” fin da subito nel ruolo di madri, per gli uomini c’è la convinzione che questo avvenga più lentamente. E se questo dipendesse proprio dal fatto che spesso non viene data loro la possibilità di occuparsi del neonato fin da subito? Se questo fosse una conseguenza del fatto che al papà viene “assegnato” (dalla società, soprattutto) un ruolo di secondo piano nella cura del nuovo arrivato?
Fare in modo che fin dai primi giorni anche il papà abbia un ruolo attivo e non marginale nella gestione del bebè anche durante la notte, ad esempio attraverso una gestione del sonno condivisa tra i due genitori, offre, invece, numerosi benefici a tutta la famiglia.
- Vantaggi per il papà: Il coinvolgimento dei papà nella gestione del sonno di neonati e bambini è un’occasione importante per creare e rendere solido il legame padre-figlio e per vivere un momento di vicinanza e complicità tra il genitore e il proprio piccolo.
- Vantaggi per il bebè: Far sì che entrambi i genitori si occupino del sonno del neonato, permette al piccolo di scoprire modi diversi di addormentarsi (o di avvicinarsi al momento del sonno, nel caso in cui l’addormentamento avvenisse già in autonomia)e gli dà la possibilità di lasciarsi andare al sonno anche in assenza di uno dei due.
- Vantaggi per la coppia: Condividere un compito – come appunto la gestione del sonno dei neonati e dei bambini – consente a papà e mamma di avere un “carico” di cose di cui occuparsi più equilibrato, permette alla mamma di riposare (che è un bisogno primario) e evita le tensioni per l’eccessiva stanchezza causata dai risvegli notturni.
Il sonno con papà: la routine attiva
Adottare una routine attiva può essere un ottimo modo per coinvolgere i papà nella gestione dell’addormentamento ed è la modalità che proponiamo nei nostri percorsi di accompagnamento al sonno autonomo. Che cosa s’intende per routine attiva? In pratica si tratta di una routine serale divertente e non rilassante, in cui si alternano momenti di gioia e tante risate. La mezz’ora prima della nanna diventa il momento più bello e divertente della giornata e mette il piccolo nella condizione di rilassarsi in autonomia.
Ma il papà può e deve essere messo nella condizione di potersi occupare del piccolo anche durante i tanto temuti risvegli notturni che, a volte, rappresentano un vero e proprio incubo per i genitori. Non è detto, infatti, che ogni risveglio del bebè sia causato dalla fame e che quindi, in caso di allattamento al seno, sia necessario l’intervento della mamma. Anche in questo caso, quindi, perché non lasciare al papà la possibilità di riaddormentare il piccolo o di accompagnarlo al sonno?
Ruolo del papà: qualcosa sta cambiando
Fortunatamente negli ultimi tempi, qualcosa sta cambiando anche nella concezione del ruolo paterno. Sono, infatti, un numero sempre maggiore gli uomini che esprimono l’intenzione di avere un ruolo più da protagonista nella cura del piccolo (anche di notte) e desiderosi di dare un aiuto maggiore alle loro compagne.
Un cambiamento nella società che è fotografato anche dai dati: negli ultimi anni, infatti, è salito il numero di uomini che hanno fatto richiesta dei congedi di paternità ma anche – purtroppo – il numero di quelli che hanno dato le dimissioni volontarie per occuparsi dei propri figli. Non sono rari i casi di aziende, infatti, che assegnano mansioni e compiti maggiori proprio ai neopapà, costretti a trascorrere più ore del previsto al lavoro. Proprio come accade alle neomamme, costrette a lasciare il lavoro e a scegliere tra famiglia e carriera.
Una situazione, insomma, che almeno per una volta riguarda entrambi i genitori, purtroppo in senso negativo.
Sei un papà desideroso di poter partecipare alla messa a nanna del tuo bambino, o sei una mamma stanca e affranta dal dover essere l’unica persona in grado di far dormire la vostra bambina? Con l’addormentamento autonomo potrete assicurarvi di avere entrambi lo stesso ruolo nell’addormentamento serale del vostro bambino e potrete provare il piacere di riscoprire il tempo e lo spazio di coppia mentre il vostro bambino dorme serenamente tutta la notte nel proprio lettino.