Come consulente del sonno infantile sento usare la parola “regressione” molto spesso. Ogni volta che un bambino non dorme bene si decide che dev’essere a causa di una regressione di qualche tipo.
Ma riguardo la regressione del quarto mese, siamo tutti d’accordo: esiste e porta a cambiamenti nel sonno del bambino che sono permanenti.
Per capire cosa succede in questo periodo di tempo dobbiamo prima capire come funziona il sonno in generale.
Spesso si pensa che il sonno sia una condizione in cui si è o non si è; o stai dormendo o sei sveglio. Il sonno invece è composto da fasi differenti che si alternano e formano i cicli del sonno che a loro volta si ripetono e susseguono più volte durante la notte.
Prima fase: è quello stato che conosciamo tutti quando sentiamo che ci stiamo per addormentare e siamo consapevoli di non esserci ancora addormentati del tutto. Come quando vediamo il nostro partner assopirsi davanti a un film ma una volta invitato ad andare a dormire ci risponde “non sto dormendo!” (o è lui che lo dice a noi?)
Seconda fase: è considerata la prima fase di “sonno vero”. In questa fase le persone sono consapevoli, se svegliate, del fatto che stavano dormendo. Se siete amanti dei super pisolini, non volete dormire oltre questa fase, o vi sveglierete intontiti.
La terza fase è profonda e riposante. E’ la fase durante la quale il corpo inizia a rinforzare il sistema immunitario ed il tessuto muscolare, si ricarica di energia, cresce e cambia.
La quarta fase è la fase REM (rapid eye movement). Durante questa fase il cervello prende il controllo, elabora le informazioni ed immagazzina le memorie del giorno passato. E’ la fase in cui avvengono la maggior parte dei nostri sogni.
Una volta che abbiamo passato tutte queste fasi ci svegliamo e riaddormentiamo per ripetere fino a che non suonerà la sveglia.
Ora, cosa c’entra tutto ciò con le regressioni del sonno nei bambini?
Dovete sapere che i neonati hanno solo due fasi del sonno: la terza fase e la quarta (il sonno REM), e passano metà del loro tempo da addormentati in ciascuna di esse. Attorno al quarto mese di vita il sonno si riorganizza e trasforma in un sonno composto da quattro fasi, le stesse quattro fasi descritte in precedenza che resteranno invariate per tutta la nostra vita.
Quando avviene questo passaggio il bambino diminuisce il 50% di tempo in fase REM al 25% per fare spazio alle altre due fasi. E nonostante il sonno REM non sia profondo, non è tanto leggere quanto le altre due. Aumenta così il periodo di tempo in cui il bambino, seppur addormentato, è in fasi di sonno leggero e per questo aumentano le probabilità che si svegli.
Il bambino quindi si sveglierà durante la notte, ma sapete una cosa? I risvegli sono naturali e fisiologici, e resteranno per tutta la vita. Anche noi adulti ci svegliamo fino a cinque volte a notte e ci sveglieremo sempre più spesso col passare degli anni.
Da adulti però, siamo consapevoli, quando ci svegliamo di notte, che è notte, che siamo a letto, che non è previsto che ci si alzi per ancora qualche ora e che non ci sono mostri sotto al letto. Quindi ci riaddormentiamo.
Nella maggior parte dei casi tutto ciò avviene talmente velocemente che la mattina dopo non ne avremo alcun ricordo.
Un bambino di quattro mesi, chiaramente, non ha la capacità di collegare questi pensieri ad un risveglio notturno. Un bambino che si addormenta felice attaccato al seno della madre mentre la guardava negli occhi e sentiva il suo odore, quando aprirà gli occhi noterà il buio, l’assenza di contatto e della mamma e la pancia vuota.
Che cosa succederà nella sua testa?
Nella maggior parte dei casi si spaventano o chiamano confusi, i genitori (confuse anche loro) correranno in soccorso e proveranno a rassicurarlo finchè non si sarà tranquillizzato e riaddormentato.
Un’altro fattore che contribuisce al “disastro” dei quattro mesi e che, nella maggior parte dei vasi, i bambini sono stati accompagnati al sonno attraverso l’uso di un ciuccio, o venendo cullati, o al seno o con metodi simili che prevedono che il bambino venga aiutato ad addormentarsi dai genitori.
Ora che il bambino passa molto più tempo in fasi di sonno leggero e sono quindi aumentate le volte in cui si risveglia, improvvisamente ci si accorgerà che il problema è più amplio. Questi elementi esterni che vengono usati per accompagnare il bambino ad addormentarsi possono diventare dei problemi perchè, seppure aiutano la sera, saranno necessari al bambino per riaddormentarsi OGNI volta che si sveglierà di notte. Quando ciò accade con una frequenza di 30 minuti i genitori si ritrovano in una situazione particolarmente complicata.
Quindi? La buona notizia per chiunque passi o stia passando attraverso la regressione del sonno del quarto mese è che nella realtà questa non è una regressione ma un momento di sviluppo cerebrale. Dovremmo chiamarla la progressione del quarto mese.
Ma la cosa che più ci serve sapere è: cosa posso fare per supportare il mio bambino durante questo periodo di transizione?
Prima di tutto, spegnete le luci. Non è uno scherzo: so che alcuni di voi stanno pensando che la stanza di vostro figlio è “buia abbastanza”, che potrebbe aver paura del buio, che una lucina fa sempre piacere.
No.
La camera da letto di un neonate o lattante dev’essere buia. Buio pesto, come una notte senza luna in mezzo al nulla. Oscurate le finestre con del cartone e dello scotch se necessario (e poi preparatevi a spiegare ai vicini che non avete segregato nessuno in casa).
Neonati e lattanti non hanno paura del buio. Hanno, però, una forte sensibilità alla luce. La luce dice al cervello che è ora di essere attivi e allerta ed il cervello produce di conseguenza gli ormoni necessari per attivarsi. E’ per questo, soprattutto nelle estati nordiche, che è fondamentale che sia di notte che durante i pisolini che la stanza da letto di vostro figlio sia al buio.
L’altro nemico numero uno dei pisolini (e del sonno notturno) è il rumore. Che sia il corriere che suona il campanello, il cane che abbaia, un piatto che cade nell’altra stanza. Da quando vostro figlio inizierà a spendere la maggior parte del suo sonno in fasi di sonno leggero, ogni minimo rumore (sì anche lo sciacquone del bagno) potrebbe svegliarlo. Una macchina per produrre rumore bianco può venirvi in aiuto in questo caso.
E voi mi chiederete, “Ma, non è un elemento esterno?” Sì, sicuramente, ma non è un elemento esterno che ha bisogno della vostra presenza per ripartire ogni volta che il bambino si sveglia (a meno che non abbia un timer di qualche tipo). Se resta funzionante durante tutto il sonno del bambino è un elemento esterno che non crea difficoltà.
Avere una routine della nanna è anche questo un elemento essenziale per supportare il sonno del proprio bambino. Bisogna provare ad avere una routine che abbia un massimo di 4/5 elementi e che non finisca con una poppata. Al contrario si corre il rischio che, addormentandosi al seno o al biberon, il bambino abbia bisogno delle stesse condizioni quando si sveglierà.
Provate a mantenere la poppata serale all’inizio della routine per farla seguire da canzoncine, libretto e pigiama. Una routine non dovrebbe essere più lunga di 20/30 minuti ed il bambino dovrebbe venire messo nella culla o lettino ancora sveglio.
Se notate che vostro figlio diventa nervoso prima della nanna, è probabile che abbiate atteso troppo. Un bimbo di quattro mesi non dovrebbe avere finestre di veglia di più di due ore e dovrebbe andare a nanna tra le 6 e le 8.
Tutto ciò non vuol dire che in futuro non ci saranno altre regressioni. Viaggi, malattie, dentini, tutte queste cose possono portare a un susseguirsi di notti complicate, ma nello specifico della progressione del quarto mese, questa avviene solo una volta in tutta la vita. Una volta che l’avrete superata vostro figlio avrà ufficialmente dei cicli del sonno come li avrà per il resto della propria vita. Quattro fasi ripetute continuamente durante la notte.
Se utilizzerete questo momento come un’opportunità per accompagnare vostro figlio verso l’apprendimento di quelle abilità che gli permetteranno di mantenere i cicli attaccati tra di loro senza bisogno di aiuti esterni, avrete fatto a lui (e a voi stessi) un regalo che durerà per tutta la vita.
Chiaramente, alcuni bambini non avranno difficoltà ad adattarsi ed altri ci metteranno del tempo in più. Se vostro figlio rientra nella prima categoria consideratevi fortunati e godetevi la serenità che questa abilità porta con sé.
Per chi di voi invece si ritrova con un bambino più in difficoltà, sono qui per aiutarvi se lo vorrete. Potete controllare il mio sito, prenotare una telefonata con me, scrivermi su WhatsApp o una e-mail e creeremo un piano personalizzato fatto su misura per il vostro bambino. Il commento che sento dire più spesso dai miei clienti è “non posso credere di aver atteso così a lungo prima di chiedere aiuto!” Quindi se vi state chiedendo se sia o no il momento adatto, vuol dire che probabilmente lo è. Chiamarmi e spiegarmi il problema al telefono è gratuito e può servirci a capire insieme cosa può servire a voi. Prenotate una chiamata ed inizieremo insieme un percorso per far dormire meglio vostro figlio.