Settembre è generalmente il mese degli inserimenti al nido e alla scuola dell’infanzia. Passaggi importanti nella vita di un bambino, che possono destare qualche preoccupazione in mamme e papà, soprattutto per quanto riguarda il sonno. “Il mio piccolo riuscirà a fare la nanna al nido?”. “Dormirà alla scuola dell’infanzia?” sono alcune domande che si pongono spesso i genitori, in vista di questo grande cambiamento.
Vediamo insieme, quindi, in che modo è possibile favorire questo passaggio e come affrontare eventuali difficoltà
Sommario
Il momento della nanna al nido
La nanna all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia è sicuramente un momento cruciale nella giornata di un bambino. Se, nei primi tempi, già trascorrere parecchie ore lontano da mamma e papà può non essere facile, abbandonarsi al sonno senza di loro, in un ambiente diverso da casa, può esserlo ancora di più.
Il momento del sonno in una struttura come il nido o la scuola materna avviene, spesso, in condizioni che rappresentano un “compromesso” tra molteplici fattori: le diverse età dei piccoli, i mezzi a disposizione, le caratteristiche dell’ambiente…
In particolare, è frequente che:
- il sonno non avvenga in condizioni di buio totale
- non sempre sia disponibile un lettino per ogni bambino
- sia difficile ottenere una situazione di silenzio completo
- gli orari non coincidano con i bisogni individuali di ogni bambino
È comprensibile, quindi, che l’addormentamento al nido o alla scuola dell’infanzia possa non essere immediato, soprattutto all’inizio. Il senso di sicurezza e benessere che il piccolo prova nel nuovo ambiente incide, infatti, sulla sua capacità di lasciarsi andare al sonno con serenità.
Gli orari della nanna al nido
Spesso al nido gli orari dei pisolini non rispettano le finestre di veglia dei piccoli (cioè il lasso di tempo in cui restano svegli tra un pisolino e l’altro). Di solito, infatti, c’è un primo riposino di circa trenta minuti dalle 9:30 alle 10:00 ed un secondo dopo pranzo che può iniziare intorno alle 12:00 o dopo le 13:00 a seconda della struttura. Questo può influire temporaneamente anche sul sonno notturno a casa: fino ai 12 mesi, infatti, molto probabilmente i bambini arriveranno alla sera stanchissimi perché saranno svegli da molto tempo. Stessa cosa nel caso dei nidi che non propongono il riposino mattutino, un vero problema per i piccoli fino all’anno di età. O delle scuole dell’infanzia che estendono il riposino pomeridiano ai bambini fino ai 5 anni che, di conseguenza, alla sera tendenzialmente andranno a letto molto tardi.
Come prepararsi per la nanna al nido e alla scuola dell’infanzia
Come affrontare, dunque, con serenità questo momento delicato? Come prepararsi per fare la nanna al nido o alla scuola dell’infanzia? Alcuni piccoli accorgimenti possono essere utili.
- Creare una routine del saluto: stabilire, cioè, un rituale rassicurante da utilizzare nel momento del distacco tra genitore e piccolo
- Spiegare chiaramente cosa accadrà: descrivere al bambino quando e dove farà la nanna e in che momento lo si andrà a prendere
- Familiarizzare con l’ambiente: se possibile, far scoprire al bambino quale sarà lo spazio dedicato alla nanna prima dell’inserimento
Paura della nanna?
Alcuni genitori temono che fare la nanna in una situazione diversa da quella abituale, senza la loro rassicurante presenza, possa spaventare i propri figli. È, però, improbabile che di fronte all’eventualità di fare la nanna al nido o alla scuola dell’infanzia il piccolo provi ansia o timore. Si tratta più che altro di fatica a lasciarsi andare al sonno con tranquillità. Nel caso si verificasse questo problema, il nostro consiglio è di parlare apertamente con insegnanti ed educatrici di questa difficoltà del piccolo e attendere. Solitamente nel giro di un paio di settimane si risolve ogni problema.
Nanna al nido e regressione del sonno
Un’altra preoccupazione piuttosto frequente nei genitori è che dormendo al nido e alla scuola materna possano verificarsi le cosiddette regressioni del sonno, cioè dei cambiamenti nelle modalità in cui un piccolo solitamente dorme. Anche in questo caso, alcuni accorgimenti possono servire a risolverle o a evitarle del tutto.
- Nel caso in cui gli orari della nanna in settimana siano molto distanti da quelli ideali, è utile mantenere nel weekend gli orari che più si adattano all’età e all’indole del bambino.
- È probabile che nei primi mesi di nido o scuola dell’infanzia, soprattutto il giovedì e il venerdì i piccoli tornino a casa più stanchi del solito. In questo caso potete senza timori anticipare l’ora della nanna serale. Un bambino stanco, che va a letto prima, dormirà più a lungo e meglio.
- Infine, è possibile che si verifichino dei picchi di ansia da separazione sia al momento del saluto mattutino sia alla sera. Cercate di mantenere la solita routine con il piccolo e di essere empatici senza mostrare paura o titubanza.
E se si addormenta soltanto in braccio?
Che fare, invece, se il proprio bambino conosce come modalità di addormentamento soltanto le braccia dei genitori o solo il seno della mamma o, ancora, il passeggino? Che fare, cioè, se il piccolo è abituato a lasciarsi andare al sonno in un modo che sicuramente non si potrà adottare per dormire al nido o alla scuola dell’infanzia? Anche in questo caso il nostro consiglio è di stare tranquilli e avere fiducia nelle abilità del proprio bambino. Il modo in cui si addormenta a casa, qualsiasi esso sia, non sarà mai replicabile nella stanza della nanna al nido, in cui dovrà condividere il suo spazio con all’incirca altri 20 bambini e bambine. Ma sarà proprio grazie all’imitazione tra pari che non appena sarà pronto si addormenterà anche lì.
L’importanza della nanna al nido
La nanna al nido rappresenta una tappa importante nello sviluppo e nell’autonomia del bambino. Si tratta, infatti, generalmente della prima esperienza di separazione prolungata dai genitori e dell’ingresso in un ambiente diverso da quello familiare e più ampio. Affrontando questo passaggio con serenità e senza timore, sia i genitori che i piccoli possono vivere questa esperienza in modo positivo e costruttivo. L’importante è ricordarsi che ogni bambino è unico e potrebbe aver bisogno di tempi e modalità diverse per adattarsi in questa nuova avventura.