È l’ora della nanna, prendi il tuo piccolo in braccio e lo allatti per farlo addormentare. Quante volte hai già ripetuto questi gesti da quando è nato? Se hai un neonato che si addormenta al seno (o al biberon) probabilmente questa è la situazione in cui ti trovi tutte le sere, al momento di mettere a letto il tuo piccolo. Ormai quasi un rituale, tanto che magari hai dato per scontato che non ci siano delle alternative. Ma è proprio così? Scoprilo insieme a noi.
Sommario
Perché il neonato si addormenta al seno
L’addormentamento al seno è un comportamento molto comune nei neonati e nei lattanti perché questo gesto racchiude in sé tre elementi che favoriscono il rilassamento e il sonno dei piccoli:
- il contatto fisico con la mamma, un abbraccio caldo e rassicurante
- la suzione, che stimola la produzione di serotonina, che regola i ritmi di sonno e veglia
- la sensazione di pancia piena, che riduce il rischio di risvegli
Questi tre fattori insieme creano un ambiente di comfort e sicurezza che aiuta il bambino a rilassarsi e addormentarsi.
Ma c’è anche un’altra ragione per cui un neonato vuole dormire attaccato al seno. Nei primi mesi di vita, le finestre di veglia dei neonati sono brevissime, durano circa 45-60 minuti. Questo significa che spesso un neonato si sveglia e, venendo allattato poco dopo, se avesse una poppata lunga rischierebbe di addormentarsi mentre sta poppando, associando, quindi, il seno o il biberon al sonno. Con il tempo, questa associazione può diventare così radicata che il piccolo inizia a usare il seno per la suzione (il famoso “seno come ciuccio” di cui si parla spesso) e non solo come fonte di nutrimento, trasformandolo nello strumento principale con cui addormentarsi.
Risvegli notturni e allattamento al seno
D’altra parte, una poppata prima della nanna notturna è consigliata fino all’anno di età del piccolo. E anche questo non fa che rafforzare il legame tra allattamento e sonno.
Inoltre, spesso, in caso di risvegli notturni, la prima causa a cui si pensa è la fame, che si placa con una poppata con cui si riaddormenta il piccolo.
Una situazione che, a volte, si protrae anche a lungo. Alcuni genitori credono, infatti, che sia normale che un lattante si svegli durante la notte per nutrirsi, ma non sempre è così. Un piccolo che cresce bene e si alimenta a sufficienza durante il giorno, intorno ai 4/7 mesi non ha più bisogno di mangiare di notte. Tuttavia, se il piccolo ha imparato ad addormentarsi solo grazie al seno, è probabile che continui a svegliarsi anche in assenza di fame, creando un circolo vizioso che aumenta i risvegli notturni.
Addormentare al seno: una comodità (o no?)
C’è poi un fattore che non bisogna trascurare. L’addormentamento al seno è diffuso perché è una modalità comoda, semplice. Un gesto che si può compiere anche in posizione sdraiata, senza dover cullare il piccolo. Inoltre, avendo in bocca il seno o il biberon, il neonato non può piangere ed esprimere, in questo modo, la sua stanchezza, il suo fastidio, la sua fatica. E, si sa, i genitori farebbero di tutto per non sentir piangere la propria creatura.
Ma siamo davvero certi che non ci sia un “prezzo da pagare” per questa comodità? Il rischio principale è che il seno o il biberon restino sempre necessari per garantire un buon sonno al piccolo e che, con il tempo, la richiesta di allattamento aumenti invece di diminuire. Impattando, di conseguenza, sulla qualità del sonno per grandi e piccoli.
Se all’inizio della vita di un neonato è, infatti, comprensibile che il seno abbia un ruolo centrale anche per la nanna, con il tempo diventa importante assicurarsi che le poppate siano adeguate e piene, in modo che l’allattamento sia sempre meno frequente e necessario.
Un neonato o lattante che usa questa modalità per addormentarsi, farà delle poppate non piene perchè si sentirà stanco e dormirà male perchè non ha mangiato abbastanza e/o perché deve restare attaccato al seno per proseguire il suo sonno.
Inoltre, se l’allattamento avviene al seno e non tramite biberon, la mamma sarà l’unico adulto in grado di accompagnare il piccolo al sonno. E questo limiterà la libertà di movimento della mamma, ma anche la capacità del neonato di rilassarsi in sua assenza. E il papà rischierà di non poter provare la gioia di occuparsi di un momento importante nella giornata del suo piccolo.
Addormentare senza seno, le alternative possibili
Come addormentare un neonato, quindi, non ricorrendo all’allattamento? Fortunatamente ci sono molte altre modalità. Sono valide alternative, ad esempio:
- cullare delicatamente il piccolo
- mantenere il contatto fisico
- fare suoni rassicuranti, come “shhh”
- incoraggiarlo ad addormentarsi da solo
Tutte queste sono diverse opzioni con un obiettivo comune: aiutare il piccolo a sviluppare una capacità indipendente di rilassarsi e addormentarsi senza dover ricorrere alla suzione.
Se hai un neonato che si addormenta al seno e hai adottato fino ad ora soltanto questa modalità, potresti insieme a noi proporgli un cambiamento. Con un nostro percorso il tuo piccolo imparerà ad avere pieno controllo del suo sonno e della sua abilità ad addormentarsi e il cambiamento avverrà nella maniera più serena possibile.
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